Chianti: anche se anziano è un forever young.

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Quante volte abbiamo legato la parola Chianti all’immagine di un anziano contadino che alla fine della sua stancante giornata lavorativa si siede a tavola davanti un bel fiasco di vino?

Il Chianti evoca colli del fiorentino, osterie ,taverne, ma anche picnic sul prato o grigliate in campagna tra amici. Insomma quello che di più rustico e semplice legato al bere e al mangiare si possa immaginare ecco che il Chianti lo porta alla memoria. Ma attenzione a non semplificare troppo perchè è un vino che ha fatto la storia della vitivinicoltura in Italia e nel mondo e non merita un trattamento da prodotto scadente.

La miscela di uvaggio del Chianti fu ideata dal barone Bettino Ricasoli intorno alla metà del 1800: sangiovese e una piccola percentuale di malvasia per ammorbidire le asperità delle uve rosse. Il prodotto imbottigliato in fiasco impagliato era facile da spedire e questo ne facilitò la conoscenza in diverse parti del mondo. Ma si sa, quando un prodotto diventa famoso tutti tentano di accreditarsene la paternità. Ecco che in gran parte della Toscana si comiciò a chiamare Chianti qualunque genere di vino prodotto col sangiovese e allegerito con uve bianche, spesso il Trebbiano. Purtroppo questa anomala situazione venne codificata in un regio decreto del 1932 che legittimò l’utilizzo della prestigiosa denominazione a gran parte del territorio toscano, mentre alla zona storica e originaria del Chianti si diede il contentino  a chiamare la denominazione Chianti Classico.

Il simbolo del consorzio del chianti classico

Durante gli anni ’70, entrambe le tipologie di Chianti  si adattarono alle richieste di mercato producendo un vino semplice di pronta beva insomma poco impegnativo. La svolta qualitativa avvenne negli anni ’80: i produttori di Chianti Classico puntano su un vino più complesso e capace di durare nel tempo per differenziarsi dal resto del territorio regionale. La scelta viene premiata e ufficializzata con il disciplinare di produzione soltanto nel 1996 data a partire dalla quale entrambe le tipologie sono DOCG ma il Classico si può produrre in una zona molto più ristretta e considerata oggi pregiata perchè di valore  storico. I produttori di questa area si sono uniti in consorzio per maggiore tutela e il loro simbolo è il Gallo nero che campeggia sulle fascette rosa delle bottiglie.

Per disciplinare entrambi sono prodotti con uve Sangiovese (almeno il 75%) , Canaiolo nero, Malvasia o Trebbiano.

La principale differenza che tutti dovremmo sapere tra i due Chianti è la seguente e riguarda l’invecchiamento:

Chianti Superiore: invecchiamento minimo di 10 mesi, di cui due in bottiglia.

Chianti Superiore Riserva: invecchiamento di 24 mesi di cui 3 mesi almeno in bottiglia.

Chianti Classico: invecchiamento minimo di 11 mesi .

Chianti Classico Riserva: invecchiamento di almeno 27 mesi di cui 3 in bottiglia.

Dove non ci sono voci specifiche ma solo la scritta Chianti, per disciplinare devono invecchiare fino al 1 marzo successivo dell’anno di produzione delle uve.

Dopo aver chiarito tutto ciò vi chiedo: ve la sentite ancora di considerare il Chianti un vino di fascia b? Provate un Chianti Classico Riserva insieme ad una possente bistecca di Fiorentina e un Chianti insieme al panino col prosciutto durante un picnic. Noterete la versatilità del prodotto. Ma siccome gli accostamenti tra cibo e vino richiedono un equilibrio di struttura non invertite la scelta altrimenti rischiate di uccidere il panino o il Chianti.

Bistecca fiorentina

Da adesso sono certa che quando entrerete  in enoteca e mi chiederete un vino per accompagnare la grigliata di carne e vi proporrò  un Chianti Superiore non mi guarderete più come se avessi detto una parolaccia in presenza di bambini.

Potete consultare il sito del Consorzio Chianti Classico per conoscere con precisione le aziende e l’area geografica deputata.

Da noi trovate il Chianti Superiore più giovane:

Ma anche il Chianti Classico più invecchiato:

Autore: Cecilia Miraglia

Diplomata presso l'Associazione Italiana Sommelier lavoro nel mondo del vino dal 2000, collaboro con enti , scuole e privati sperando di appassionare sempre più persone a questo affascinante mondo.

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