Il Sauvignon Blanc. Selvaggio ed elegante.

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Il Sauvignon Blanc vi incuriosirà per la particolarità dei suoi profumi e per la sua eleganza. Ma, o lo amate subito o dovrete tornarci più volte per comprenderlo.

Cari amici di fresco di vigna buongiorno e ben trovati. Oggi vi racconto di un vitigno molto particolare. Il sauvignon blanc. Originario della Francia è decisamente rimasto radicato a quel territorio tanto che oramai quando si parla di vitigno bianco bordolese o della Loira si pensa subito soltanto al sauvignon blanc. In realtà dalla Francia si è spostata la coltivazione un po’ in tutto il mondo con ottimi risultati in Nord Italia, Nuova zelanda, Australia ,Cile , California e sud Africa. Queste le zone di maggiore vocazione vitivinicola, all’interno di queste regioni si cercano poi luoghi dove le temperature non siano mai troppo calde altrimenti il vino rischia di diventare pesante.

Ma ,come vi dicevo, è la Francia la culla dei migliori sauvignon Blanc, in particolar modo conosciuti come Pouilly fumè e Sancerre, ma anche noti per i costosissimi e dolcissimi Sauternes dove il sauvignon entra in piccola parte in blend con il Semillion. Da dove nasce la particolarità di questo vitigno comunemente conosciuto soltanto col nome Sauvignon? I grappoli di questa cultivar sono quasi inodori e anche il mosto lo è;  però dopo la fermentazione alcolica il prodotto finale vino stranamente diventa vivacemente aromatico e fragrante. Quindi profumi primari scarsi, secondari tanti e terziari…dipende.

Infatti dopo la vinificazione questa varietà sprigiona delle caratteristiche aromatiche penetranti e anche facilmente riconoscibili, che spaziano dal pompelmo , al muschio , passando per il frutto della passione fino alla pungenza della foglia del pomodoro.

Trattato nella giusta maniera dà vita ad uno dei bianchi secchi più rinfrescanti al mondo. La domanda è proprio questa: qual è la giusta maniera per un vitigno così neutro in pianta e poi immensamente aromatico dopo la vinificazione? Considerate queste sue potenzialità aromatiche, in Francia hanno spesso preferito non essere invasivi con utilizzo scriteriato di botte o barrique perché il legno di rovere finiva per coprire la freschezza.

Poi  però è successo che intorno agli anni 80, i produttori del resto del mondo hanno sperimentato e dimostrato che la maturazione o la fermentazione in rovere, se ben calibrata, può ammorbidire alcune pungenze del vino. In particolar modo quel “ profumo” caratteristico e a volte non gradevole all’olfatto di pipì di gatto , che hanno molti vini francesi. Profumo facilmente riconoscibile per chi possiede un gatto e anche accettabile (per amore del gatto), ma assolutamente fastidioso per il naso di molti.

Da lì la ricerca di un compromesso che non portasse a snaturare il vitigno ma anzi a far emergere maggiormente le sue peculiarità positive. Quindi , gli acini devono giungere integri alla maturazione perché le lesioni della buccia innescano subito un procedimento di degradazione. Poi la vinificazione fatta a bassa temperatura  e in tini di acciaio permette di esaltare la freschezza, infine la maturazione non prolungata nelle barrique dà quel tocco finale morbido e complesso che piace un po’ a tutti trovare in un vino.

Quando assaggiate un sauvignon blanc o lo amate da subito o dovrete fare più tentativi per comprenderlo .

I tentativi che vi suggerisco io sono sicuramente un prodotto francese Chateau Langlois Pouilly fume dove troverete anche delle straordinarie note dolcemente affumicate , e un italiano Sauvignon dell’azienda veneta Inama.

Abbiate sempre cura di bere vini di qualità. Ma per conoscere la qualità dovete prima conoscere il vino, e prima di conoscere il vino dovete scoprire i vitigni. Noi vi aiutiamo a farlo.

Appuntamento al prossimo vitigno.

Autore: Cecilia Miraglia

Diplomata presso l'Associazione Italiana Sommelier lavoro nel mondo del vino dal 2000, collaboro con enti , scuole e privati sperando di appassionare sempre più persone a questo affascinante mondo.

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