Il Tour enogastronomico di due siculo-francesi

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Per chi sa assaporare la lentezza della nostra terra.

Olivier e Pierre sono di Auxerre una ridente cittadina vicino Parigi. Sono due francesi atipici. Snob? Assolutamente no. Amanti dello Champagne? Manco tanto. Storcono il naso se non parli il francese? Preferiscono imparare il siciliano. Due tipi così dove li porti a zonzo? Dove possono saziare tutte le loro curiosità in materia di cibo e vino. Hanno passato quindici giorni in Sicilia tra hotel di lusso e non e durante il loro tragitto da Sciacca a Giarre mi hanno chiesto di accompagnarli in un breve itinerario turistico meno battuto. Vogliono assaporare la lentezza della nostra terra,mi dicono. A dire il vero in qualcosa di lento sono già incappati. Da Siracusa a Sciacca hanno impiegato in auto con navigatore 6 ore. “Ma qui le strade sono tutte così?”. Sorrido e taccio. Altrimenti peggioro la situazione.

La mattina è cominciata con una visita ad una azienda sita a Campobello di Licata: l’azienda agricola  Milazzo. Dalle nostri parti è molto apprezzata , alcune sue etichette sono un must nei nostri locali siciliani. Loro rifuggono un po’ le guide e la vera pubblicità se la conquistano invitandoti a degustare i loro prodotti. Negli anni hanno ampliato la produzione anche in base alle richieste del mercato, alle offerte della concorrenza e si sono dunque aperti allo spumante e al vino dolce , oltre ai bianchi e ai rossi che non possono mancare, e hanno anche conquistato la certificazione bio che oggi è molto richiesta soprattutto per entrare nel mercato estero. Nella nostra degustazione merita una nota una chicca: il vino rosso duca di Montalbo, da uve nero d’Avola e nero cappuccio, che sosta per anni in botti di rovere francese e matura per anni in acciaio. Non lo producono sempre ma solo quando ritengono che le condizioni pedoclimatiche hanno creato uno stato di grazia per le uve. Assaggiamo l’annata 2004,che è quella corrente. Non so se mi spiego. E visto che l’hanno aperta per noi e non l’abbiamo terminata la ritappano e ce la omaggiano spiegando che domani sarà cambiata, i profumi si saranno evoluti, non la possono proporre a nuove persone, gli unici che la capiremmo siamo noi che l’abbiamo vista aprire. E sempre non so se mi spiego.

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Dopo questa esperienza quasi idilliaca necessitiamo del cibo ma non qualcosa di scontato, allora mi viene spontaneo proporre la visita ad una azienda di formaggi sempre a Campobello di Licata. Giacomo Gatì ,il mastro casaro dell’azienda Montalbo, ci accoglie con la sua nota gentilezza e modestia. Prima visitiamo il laboratorio dove assaggiamo di tutto e di più, ma formaggi rigorosamente di latte di capra della razza girgentana che era in via di estinzione ma fortunatamente riscoperta negli ultimi anni. Formaggio dal sapore e dall’odore non pungente, privo di colesterolo, cagliato con caglio vegetale. I francesi si sa , sono amanti dei formaggi  un po’ forti e hanno apprezzato particolarmente questa tipologia soprattutto nella versione media stagionatura. I prodotti di Gatì sono presenti in un punto rivendita a Parigi, ma per loro non aveva senso andarsene senza aver fatto un piccolo acquisto. Solo 250€ di formaggi. Poi, con la scusa che volevamo vedere di presenza le particolari capre dalle corna ricurve ed essendosi nel frattempo fatte le 3 del pomeriggio, siamo andati alla sua fattoria, abbiamo svegliato la moglie dal riposino pomeridiano e ci siamo accomodati alla sua tavola a mangiare ancora formaggi, capperi, olive, pane. Tutto fatto in casa. Solo un siciliano ti accoglie così.

Come chiudere in bellezza il pomeriggio, dovendo poi loro affrontare il viaggio fino a Giarre? Con dolcezza. Facciamo una breve digressione stradale verso Canicattì e ci fermiamo alla desserteria Bonfissuto, celebre soprattutto per panettoni e colombe. Ma non essendo ancora periodo natalizio ci accontentiamo (si fa per dire) di golose monoporzioni di cassata, tiramisù, l’immancabile cannolo e le paste di mandorla. I fratelli Bonfissuto ,mastri artigiani, con la loro passione hanno portato l’azienda a ricevere nel 2015 l’inserimento tra le Eccellenze d’Italia per la loro colomba pasquale. I locali sono eleganti ,puliti e colorati e mettono subito tanta allegria e la voglia di assaggiare tutto ma proprio tutto.

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Ma gli amici francesi non possono appesantirsi oltremodo e così verso le 17,30 si mettono in auto sotto una pioggia battente per raggiungere la destinazione del pernottamento. Li scorto per un tratto, fino al collegamento autostradale e poi con cospicuo strombazzamento di clacson mi salutano. Proprio da bravi siciliani.

Autore: Cecilia Miraglia

Diplomata presso l'Associazione Italiana Sommelier lavoro nel mondo del vino dal 2000, collaboro con enti , scuole e privati sperando di appassionare sempre più persone a questo affascinante mondo.

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