Esame visivo del vino

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L’aspetto del vino anticipa numerose informazioni relative al suo stato di salute, alla sua modalità di produzione e al suo stato evolutivo. Si valuta la limpidezza, il colore, la fluidità, le famigerate lacrime con gli archetti e l’effervescenza nel caso di vini spumanti.

La limpidezza è diversa dalla trasparenza. Si dice che un vino è limpido quando non presenta particelle in sospensione.

La limpidezza è sinonimo di ottima conservazione e buona vinificazione; invece, un vino torbido è caratteristico di errate operazioni di cantina e di pessima conservazione.

Tuttavia non dobbiamo dimenticare che eventuali depositi che alcune volte troviamo nelle bottiglie non sono affatto dovuti a delle malattie o a errate vinificazioni, ma piuttosto a sospensioni naturali che si verificano durante l’invecchiamento .

Vino limpido

In via generale tutti i vini di buona qualità che troviamo in commercio sono brillanti o perfettamente limpidi; se a volte trovassimo dei depositi naturali, questi non pregiudicano affatto la qualità e sono dovuti alle seguenti cause: precipitazione di sali come i tartrati a seguito di un repentino raffreddamento del vino in bottiglia (soprattutto nei bianchi); particelle in sospensione (di piccole dimensioni) nei vini fermentati in barriques, dovute ad una non eccessiva filtrazione in cantina. Per questo motivo quando ci servono un vino che ci sembra avere queste particolarità non rimandiamolo indietro come se fosse avvenuta la fine del mondo, ma prima di tutto informiamoci bene perchè la non filtrazione può essere una scelta ben precisa del produttore che segue dei criteri di naturalità. Oppure se i tartrati si sono polimerizzati e resta un certo deposito non piacevole da vedere possiamo chiedere che venga decantato con apposito decanter  ( i tartrati  a volte li demonizziamo come se fossero una malattia ma dimentichiamo che sono contenuti nell’uva stessa). Resta sempre apprezzato il garbo e la correttezza di chi ci serve il vino che, ad una nostra richiesta di cambiarlo, accetti di farlo.

Di seguito verrà illustrata una scala di limpidezza di un vino:

  • Velato: tipico di un vino dove la limpidezza è offuscata da nebulosità dovuta a sospensioni;
  • Abbastanza limpido: si dice di un vino leggermente opaco;
  • Limpido: tipico di un vino con buona trasparenza, ma scarsa luminosità;
  • Cristallino: si dice di un vino che presenta perfetta limpidezza e trasparenza;
  • Brillante: tipicamente utilizzato per i vini frizzanti bianchi e gli spumanti dove una elevata limpidezza combinata con il riflesso delle bollicine genera appunto l’effetto brillante.

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Fluidità

La fluidità o consistenza di un vino può essere valutata roteando il vino nel bicchiere in modo da inumidire le pareti; più il vino farà resistenza al moto rotatorio più esso sarà consistente, e successivamente osservando l’ampiezza degli archetti trasparenti che si formano, più essi sono stretti e più scendono con gocce grosse che chiameremo lacrime , maggiore consistenza, morbidezza e/o alcolicità avrà il vino.

Le lacrime e gli archetti

Un vino fluido è sicuramente un vino povero di alcol, zuccheri e polialcoli; quindi, in genere, potrebbe essere un vino bianco secco prevalentemente ricco di acidità.

Al contrario un vino ricco di alcol, zuccheri e polialcoli avrà un aspetto più denso e consistente.

Di seguito verrà illustrata una scala di fluidità di un vino:

Fluido: Tipico dei vini bianchi molto leggeri e generalmente secchi;

Poco consistente: Tipico di un vino dal basso tenore alcolico, povero di polialcoli e con una scarsa componente zuccherina;

Abbastanza consistente: Tipico dei vini maturi con una buona presenza di alcol e polialcoli;

Consistente: Tipico di un vino con un elevato tenore alcolico;

Viscoso: Si dice di un vino con una elevata componente alcolica ma soprattutto zuccherina come, ad esempio, i vini liquorosi in genere.

Effervescenza

La presenza di anidride carbonica disciolta nel vino dà vita all’effervescenza che, al momento in cui la bottiglia viene stappata, provoca la formazione di bollicine e di spuma.

Nella classificazione qualitativa dei vini spumanti e degli champagne il perlage è determinante e può essere descritto come la fontanella di bollicine che nasce dal fondo del bicchiere e che arrivando alla superficie si smorza lasciando una corona. La spuma deve essere bella ma si deve esaurire velocemente altrimenti, forse non ce ne siamo accorti, ci hanno servito una birra.

La spuma e le bollicine

L’effervescenza di un vino spumante, si valuta sulla base della grana e del numero delle bollicine emergenti e sulla persistenza del Perlage: maggiori saranno tali valori, più lo spumante sarà fine e di qualità.

Grana delle bollicine

  • Grossolane: Spumanti di scarsa qualità o addizionati di anidride carbonica;
  • Abbastanza fini: Spumanti generalmente vinificati col metodo Charmat;
  • Fini: Spumanti ben vinificati sia con il metodo Charmat sia, soprattutto, con il metodo Classico.

NUMERO DELLE BOLLICINE

  • Scarse: Riscontrabile in uno spumante troppo vecchio;
  • Abbastanza numerose: Spumanti conservati troppo a lungo;
  • Numerose: Tipiche degli spumanti di qualità.

PERSISTENZA DEL PERLAGE

  • Evanescente: Si dice di uno spumante eccessivamente invecchiato;
  • Abbastanza persistente: Deriva da una non perfetta tecnologia di lavorazione o da un invecchiamento troppo protratto;
  • Persistente: Si dice di spumanti di ottima fattura e qualità.

Tutte queste terminologie rasentano il tecnico e dovremmo evitare di usarne e abusarne se di vino ne capiamo poco. Darvi delle arie davanti la vostra fidanzata o ai vostri amici deve restare un puro divertimento, mentre fare la figura di un saccente davanti chi di vino ne capisce davvero può farvi sembrare ridicoli.

Mai prendersi troppo sul serio.

Autore: Cecilia Miraglia

Diplomata presso l'Associazione Italiana Sommelier lavoro nel mondo del vino dal 2000, collaboro con enti , scuole e privati sperando di appassionare sempre più persone a questo affascinante mondo.

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