Il Pinot Nero è il più dispettoso e arrogante tra i vitigni ma ha tutte le ragioni per esserlo.
Cari amici di fresco di vigna oggi vi racconto del pinot nero. Il vitigno che per antipatia ed eleganza non ha pari con altri vitigni. Se io lo dovessi immaginare antropomorfizzato, quindi con sembianze umane, sarebbe sicuramente un Re . E perfettamente cosciente di essere un Re. Opulento, pieno di sé, elegantissimo.
Andiamo per ordine. E’ una varietà decisamente antica ,con ogni probabilità una selezione di viti selvatiche creata dall’uomo circa duemila anni fa. Oggi consideriamo le sue origini francesi, perché sono state trovate prove datate quarto secolo dopo Cristo in Borgogna, anche se in Francia lo hanno portato sicuramente gli antichi romani. Ma in Borgogna e in Champagne si è radicato perfettamente con le condizioni pedoclimatiche tanto da avere risultati che non si trovano in altre parti del mondo e si ritiene che in Cote de Nuits e Cote de Beaune il pinot nero si esprima nella sua massima eleganza.

Grappolo di Pinot nero, compatto come una pigna, da cui il nome.
IL pinot bianco, il pinot grigio, il pinot meunier, e il gamay sono dei suoi cloni. Anzi , il Gamay era coltivatissimo perché molto robusto e resistente alle intemperie. Un editto del duca di Borgogna Filippo l’Ardito nel 1395, stabilì l’espianto di tutte le vigne di Gamay a favore dell’impianto di vigne di pinot nero. Quest’ultimo era complicatissimo da coltivare , si ammalava con grande facilità, ma l’eleganza dei vini era tale che il duca pensò che in Borgogna dovevano nascere solo vini eleganti. Il tempo gli diede ragione. In realtà resta sempre un vitigno difficile da gestire ancora oggi : soffre le piogge, viene attaccato spesso da malattie della vite, accetta solo particolari temperature fresche e se matura velocemente tende a rovinarsi.
Ma con tutti questi problemi che da, perché mai dovremmo coltivare il pinot nero? Infatti non è un vitigno da coltivare dovunque ( come per esempio il cabernet sauvignon). Lui no, il Re è per pochi. La buccia dell’uva è sottile e dà colori delicati e brillanti, i suoi aromi si sprigionano soprattutto dopo un’accurata fermentazione alcolica e si allargano in un ventaglio odoroso quasi infinito dopo l’invecchiamento.

L’ingresso alla piccola tenuta
Per questo va coltivato: perché si fa attendere . Come un personaggio importante. Perché è un vitigno che richiede molta cura, esperienza ed abilità sia in vigna che in cantina, e se non trattato bene diventa vendicativo e può dar vita a prodotti insignificanti. Ma se trattato con le dovute cure vi ricompenserà con grandi soddisfazioni anche economiche ( se siete i produttori) . Vi dico solo che il vino più costoso al mondo è un pinot nero prodotto dalla tenuta Romanèe Conti in Borgogna, in un fazzoletto di terra di circa due ettari. Bassa resa delle vigne e i prezzi salgono alle stelle.
Una cosa abbiamo capito bene: è dispettoso se si tende a forzarlo, ma elegante se lo si asseconda. E poi abbiamo capito che necessita sempre di temperature non calde , anzi ben fresche. Questo vuol dire che anche in nord Italia , in particolare in Alto Adige , ci sono esempi eccellenti di Pinot Nero e , grazie alla notevole acidità che le temperature fresche gli permettono di mantenere, questo vitigno si presta molto bene anche alla spumantizzazione e in Oltrepò Pavese, in Franciacorta e in tutta la zona attorno Trento lo sanno bene.
E allora io a conclusione mi permetto proprio di suggerirvi una degustazione tutta all’italiana. Un must sulle nostre tavole e nelle nostre cantine è il Ferrari, in questo caso il Perlè nero , un Blanc de noir da pinot nero. Lo trovate chiaramente sul nostro sito, come trovate una eccellenza alto atesina il Pinot Nero Vigna Sant’Urbano Barthenau di Hofstatter. In attesa di poter tornare a degustare assieme vi do appuntamento al nostro prossimo vitigno.
Autore: Cecilia Miraglia
Diplomata presso l'Associazione Italiana Sommelier lavoro nel mondo del vino dal 2000, collaboro con enti , scuole e privati sperando di appassionare sempre più persone a questo affascinante mondo.